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Il Restauro della Tribuna nella Galleria degli Uffizi

Galleria degli Uffizi - Firenze

Riapre la Tribuna degli Uffizi con il nuovo allestimento espositivo dopo i lavori di restauro delle straordinarie superfici dipinte e decorate. Le operazioni iniziate nel gennaio 2010 sono appena terminate e la Tribuna è di nuovo visibile nel suo aspetto originale con l’apparato decorativo eseguito con tecniche pittoriche ricche e particolari che hanno visto utilizzati materiali e pigmenti rari e preziosi  che  rendono quest’ambiente incomparabile e unico nel suo genere.

L’intervento

L’inizio dell’intervento di restauro e stato cauto e indirizzato allo studio e alla determinazione dei materiali usufruendo dell‘apporto scientifico dato dall’Istituto ICVBC e  IFAC del CNR di Firenze, con interventi del CNR di Milano e l’istituto NICT di Tokyo in collaborazione con il CNR di Parigi
Le fasi operative, una volta individuati materiali e metodologie di restauro da applicare, si sono susseguite affrontando uno alla volta i diverse livelli che compongono la decorazione della Tribuna; basamento , tamburo ,cupola e lanterna . La presenza di cospicui accumuli di polveri e il progressivo deterioramento delle superfici pittoriche avevano provocando all’affievolimento di quelle tonalità originali ; oro, lacca rossa, azzurrite e madreperla ,che per natura stessa   anticamente si dovevano presentare  intense e splendenti e il cui effetto doveva essere restituito  .Dopo la pulitura e il consolidamento è stata affrontata la restituzione estetica , mirata a riproporre una lettura dell’opera omogenea ed equilibrata rispettando l’eterogeneità dei materiali e il loro diverso grado di conservazione .

photo: Laura Lucioli, Antonio Quattrone

Fasi di lavoro

Queste fasi si sono sviluppate applicando una serie di metodologie di restauro utili per un progressivo raggiungimento del livello di ottimale di pulitura, differenziando i materiali usati per il restauro a secondo delle superfici su cui si andava ad operare. La caratteristica principale delle superfici della Tribuna è l’eterogeneità dei materiali con i quali sono stati eseguiti i motivi decorativi.
Nella cupola e nelle pareti angolari del tamburo si trovano incastonate migliaia di  conchiglie la cui resistenza e invulnerabilità nel tempo ce le ha restituite, dopo la pulitura, nella loro splendente iridescenza.  Più fragili e corruttibili sono apparse da subito le superfici di intonaco dipinto, eseguite con tecniche esclusivamente a ‘secco’, che prevedevano originariamente l’utilizzo di leganti organici per poter applicare  i pigmenti scelti dagli artisti: l’oro, l’azzurrite, lacca rossa di cocciniglia, preziosissime e straordinarie superfici dai colori brillanti ma altrettanto delicate e facilmente deteriorabili nel tempo. Le porzioni di intonaco tra le 5.780 conchiglie ( pinctata margaritifera ) incastonate nelle otto vele della cupola, erano state originariamente  trattate con una finitura che prevedeva la lacca rossa stesa su una foglia d’oro applicata all’ intonaco con l’interposizione di una lamina di stagno. La superficie si presentava molto deteriorata ed erano   presenti oltre che accumuli di polveri, pesanti restauri e ridipinture che facevano distinguere a fatica l’originale cromia delle superficie. Attraverso la rimozione delle ridipinture  è stato possibile recuperare, se pur frammentaria, la superficie originale nel suo vivido color cremisi.
Nelle pareti angolari del tamburo sono state recuperate  le campiture azzurre occultate da ridipinture posticce che avevano ricoperto l’azzurrite originale che fa da sfondo agli eleganti motivi fitomorfi  composti con madreperle ritagliate . Le poche conchiglie distaccatesi dal loro allettamento originale e cadute e andate perse, sono state sostituite con una ricostruzione della sagoma costituita da  una malta di polvere di marmo e carbonato di calcio e la superficie riprodotta cromaticamente con pigmenti e polvere di madreperla.
Particolarmente interessante appare anche la decorazione delle finestre con i relativi imbotti dipinti attraverso una sofisticata tecnica che prevede la  pietra dipinta con foglia d’ oro applicata su lamina di stagno fatta aderire alla pietra con una  preparazione a biacca. Dalla stesura di lamine d’oro dipinte e ombreggiate con bitume, terre naturali e gomma lacca prendono forma le splendide figure di cariatidi e telamoni delle mostre delle finestre e le bizzarre figure di arpie e grottesche degli imbotti che includono anche dei raffinatissimi cammei eseguiti con pittura monocroma che rappresentano divinità sacre e profane eseguite anch’esse a secco. Tutte le superfici in lamina d’oro ( circa 130 mq ) dipinte sono state pulite dai fissativi ossidati e opacizzati, dove necessario, sono state consolidate e fatte riaderire al supporto .
Sono stati puliti e consolidati i cornicioni che costituiscono le due mensole del tamburo, riccamente decorate con motivi ripetitivi eseguiti anch’essi con foglia d’oro, su un fondo nero.
 La lanterna e la fascia basamentale, sono state restaurate mantenendo in entrambi i casi le decorazioni presenti , che non sono quelle originali ma dovute ad interventi ottocenteschi , sono state comunque eseguite saggiature che opportunamente documentate hanno fornito pur nella loro frammentarietà una traccia riscontrabile anche attraverso le indagini e lo studio di antichi documenti della presenza della decorazione originale .

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